Competenza, innovazione e qualità in odontoiatria
18 aprile 2024 - 

Faq

In questa pagina è possibile leggere le risposte alle domande che con maggiore frequenza vengono poste al dentista.
Se non trovate la risposta alla vostra domanda, contattateci pure, saremo lieti di darvi tutte le spiegazioni richieste.

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Generiche

Lo studio offre tutte le terapie odontoiatriche da quelle più comuni a quelle specialistiche, dalla prevenzione alla preparazione iniziale, dalla conservativa alla parodontologia, senza trascurare la protesi e la chirurgia odontostomatologica ed implantare, la pedodonzia e l'ortodonzia.

Settimanalmente trattiamo casi di Implantologia e di Chirurgia Odontostomatologica, di Chirurgia Ossea Ricostruttiva ed Ortognatodonzia.
In particolare realizziamo impianti a carico immediato, anche post estrattivi, con consegna delle protesi, se possibile, in giornata, in alternativa entro 48 o 72 ore.
Ci occupiamo di trattamenti di natura estetica con riabilitazioni con restauri diretti ed indiretti come faccette, inlay ed onlay in ceramica e composito.
Inoltre in campo ortodontico siamo in grado di risolvere problemi con la massima competenza e con le tecniche più moderne, anche con la metodica linguale e con gli allineatori traparenti.

No, non è sempre necessario effettuare la loro estrazione.
Nel caso siano inclusi o parzialmente erotti possono danneggiare i denti vicini (carie) e dare origine a infezioni, cisti, ascessi o provocare dolore.
In questi casi si può valutare l'eventualità di estrarli.
Se si reputa che vi siamo le condizioni per una estrazione dei denti del giudizio, si valuta anche la possibilità di poter eseguire l'intervento quando ancora le radici (spesso curve) non sono formate (germectomia).

È importante la valutazione di uno specialista informato circa le più moderne metodiche di intervento in questi casi.
Nel caso di fratture della corona é possibile effettuare ricostruzioni utilizzando i frammenti originali dei denti, se integri, non troppo piccoli, ben conservati (nella saliva o nel latte ad esempio) ed in tempi rapidi (non oltre le 24 ore dal trauma).
Nel caso di fratture più complesse, in età adulta, si deve valutare la possibilità di un impianto post estrattivo immediato.
Quindi è sconsigliato effettuare estrazioni avventate senza aver valutato tale ipotesi perché nel caso di un'estrazione, durante la guarigione, si avrà inevitabilmente un riassorbimento osseo ed una variazione dello status gengivale che arrecherà un danno estetico rilevante rispetto a quello che può essere ottenuto con tecniche di intervento diverse (carico immediato post estrattivo).

Un granuloma è una lesione infettiva cronica, spesso silente, senza alcuna sintomatologia.
In altri casi si può manifestare con dolore o ascessi, con o senza fistole e pus, o con gonfiore.
Di solito una lesione granulomatosa è dovuta alla presenza di una carie non curata che si è spinta fino alla polpa dentaria (nervo) provocandone la necrosi con conseguente infezione.
In altri casi è causata da una precedente devitalizzazione non corretta che non arriva fino all'apice della radice.
Si cura, e si previene la sua insorgenza, con una corretta terapia canalare.
In alcuni casi, se consigliabile, si può eliminare con un piccolo intervento di chirurgia che si chiama apicectomia.

Parodontologia

La malattia parodontale, altrimenti conosciuta come piorrea, è la principale responsabile della perdita degli elementi dentari.
Con il tempo, se trascurata, indebolisce fino a distruggere i tessuti di sostegno dei denti stessi, come la gengiva, l'osso ed il legamento parodontale. Inizialmente la malattia si presenta sotto forma di infiammazione (gengivite) con sanguinamento ed arrossamento delle mucose. Successivamente, se non curata, la patologia prosegue con la formazione di tasche parodontali dovute al riassorbimento osseo dove si accumula ancora di più la placca batterica che calcificandosi diventa tartaro ed aggrava ulteriormente il quadro clinico. Se questo non viene rimosso, si verificherà un progressivo riassorbimento osseo con approfondimento della tasca fino a che non si noterà mobilità del dente, cosa che prelude alla perdita dello stesso.

La malattia parodontale è causata da molti fattori, sono importanti fattori genetici predisponenti ad ammalarsi, ma la causa principale è la placca batterica che, se non rimossa quotidianamente, calcificandosi si trasforma in tartaro.
Questa patologia ha generalmente un decorso molto lento, salvo particolari casi, ma può aggravarsi e progredire più rapidamente con l'assunzione di alcuni farmaci, durante variazioni ormonali (gravidanza o pubertà), in presenza di alcune malattie sistemiche (ad esempio diabete), a causa dello stress o del fumo. Il tabagismo in particolar modo indebolisce i tessuti di sostegno dei denti e riduce l'efficacia dei trattamenti medici per curare la malattia.

Il paziente deve stare attento a molti segnali spesso poco evidenti. Nella maggior parte dei casi i pazienti sono asintomatici.
La malattia proprio per questo è molto insidiosa.
Le gengive possono essere gonfie, arrossate o sanguinare ed i denti possono avere mobilità, apparire più lunghi oppure possono comparire spazi fra gli elementi dentari nei quali di solito ristagna o si ferma del cibo.

La migliore prevenzione possibile è l'abitudine ad una corretta igiene orale quotidiana.
Siamo attendi ad insegnare a tutti i nostri pazienti, anche ai più piccoli, la corretta tecnica di spazzolamento e li invitiamo ad utilizzare almeno una volta al giorno il filo interdentale.
Crediamo sia anche importante istruire i nostri pazienti circa le più corrette abitudini di alimentazione.
Almeno annualmente dovrebbero essere fatte visite di controllo e di pulizia professionale che permettono di individuare iniziali problemi che, se trascurati, possono dare origine a patologie più serie che necessitano di terapie più costose, lunghe e complesse.

No. Da recenti studi è stata notata una maggiore incidenza di malattie cardio-circolatorie e sistemiche nei pazienti affetti da parodontite; curare l'infezione parodontale aiuta quindi anche a risolvere o ridurre l'incidenza di altre malattie sistemiche.
Non è pertanto una malattia da trascurare, ma da curare con attenzione e scrupolo.

Protesi ed implantologia

Gli impianti sono una specie di radici artificiali, vengono posizionati nell'osso al quale con il tempo si integrano entrando a far parte della struttura scheletrica dei pazienti. Agli impianti sono generalmente avvitati dei monconi sui quali sono posizionati dei denti che possono ripristinare funzione ed estetica nei settori compromessi.
Gli impianti sono di titanio, un metallo anallergico, perfettamente biocompatibile, che non arreca alcun problema ai pazienti.
Al massimo gli impianti possono creare delle distorsioni se vengono eseguite TAC o RMN (risonanza magnetico nucleare) nelle zone dove sono inseriti; la stessa cosa succede per la presenza di qualsiasi altro metallo con il quale sono fabbricati ponti, corone od otturazioni presenti comunemente in bocca.
Contrariamente a quello che accade in altri paesi, in Italia sono in commercio un numero elevatissimo di impianti.
È buona norma che i pazienti sappiano che tipo di impianto è stato loro posizionato, questo per evitare confusioni o problemi.
A tal fine in questo studio vengono consegnati passaporti implantari che indichino senza alcun dubbio che tipo di impianti sono stati posizionati ai pazienti.
Ogni impianto ha caratteristiche peculiari.
Non esiste un impianto migliore di altri, ma esistono impianti che più di altri sono idonei a risolvere il caso clinico di quel paziente.
In questo studio vengono utilizzati solo materiali ed impianti di primaria importanza a livello mondiale, con documentazione bibliografica e scientifica affidabile e numerosa e con follow up di molti anni.
Utilizziamo impianti della ditta Dentsply e cioè Xive, Astra ed Ankylos, ma anche impianti di altre primarie ditte costruttrici, sfruttando le loro migliori caratteristiche progettuali.
Vengono protesizzati utilizzando esclusivamente materiali originali e di qualità, con connessioni perfette, gli unici che garantiscono stabilità del trattamento e successo a lungo termine.
Su questo non accettiamo compromessi.
Prima di tutto la sicurezza.

Sì, possono essere prese in considerazione terapie meno invasive che in una sola seduta, mediante l'utilizzo di impianti corti, di impianti inclinati e mini rialzi di seno mascellare, risolvono molti casi clinici con risultati in genere simili a quelli ottenuti con trapianti ossei, ma meno costosi, molto più veloci nella guarigione e con impegno post operatorio quindi decisamente meno gravoso.
Questi interventi sono eseguiti solitamente mediante l'utilizzo di una normale anestesia locale, senza che il paziente avverta alcun dolore.

Il carico immediato è una tecnica che consente di posizionare impianti e protesi dentarie cementate o avvitate nello stesso giorno, nel giro di qualche ora.
Si possono applicare denti provvisori, denti di lunga durata e definitivi.
È una metodica sempre più diffusa che consente di ottenere risultati esteticamente e funzionalmente migliori rispetto al carico differito.
Tuttavia, questa metodica, specialmente nel caso dei denti singoli, espone i pazienti ad un rischio leggermente maggiore di insuccesso.
Deve pertanto essere attentamente valutato il rapporto rischio beneficio per capire se sia o meno il caso di posizionare i denti immediatamente.
Ad esempio se ad un paziente mancasse un molare inferiore da molti anni, questo non sarebbe certo un caso da trattare con questa metodica.
Un paziente cui manca un dente posteriore da molto tempo non è il paziente più indicato al quale fare un carico immediato.

Ogni paziente è diverso da un altro. Occorre una valutazione individuale. In molte situazioni tante difficoltà possono essere superate, ma non in tutti i casi è possibile inserire impianti e non sempre questi possono essere protesizzati subito.
A seconda di alcune variabili durante gli interventi è possibile che, per il successo a lungo termine del caso clinico e per la maggior sicurezza del trattamento offerto, si prenda la decisione di modificare il piano di trattamento iniziale.
Si può pertanto partire con l'idea di caricare subito le fixture implantari e decidere di protesizzarli dopo tre o quattro mesi, avvenuta l'osteointegrazione.

La durata di un impianto dipende da quali manutenzioni e controlli vengono eseguiti dai pazienti, dalla loro frequenza, da eventuali malattie sistemiche che possono insorgere. Può durare per tutta la vita, se il paziente ne ha molta cura.
Se si eseguono regolari controlli, spesso eventuali problemi possono essere intercettati quando sono piccoli e facilmente risolvibili.
In altri casi è preferibile rimuovere l'impianto malato e sostituirlo con uno nuovo, se protrarre la permanenza in bocca di quello compromesso può pregiudicare la possibilità di rimetterne un altro a causa di eccessiva perdita ossea.

Per facilitare l'integrazione tra l'impianto e il tessuto osseo è importante evitare carichi masticatori eccessivi sulla parte operata per i primi 3 mesi dopo l'intervento.
È utile pertanto masticare dal lato opposto a quello operato, non infastidire la parte interessata dall'intervento con lingua o dita.
È sconsigliato masticare cibi duri ed anche utilizzare cibi che necessitano di masticazione prolungata (gomme).
È buona norma spazzolare i denti usando uno spazzolino con setole morbide nella zona operata.
Ad ogni paziente che deve essere operato verrà comunque consegnato un decalogo scritto pre e post chirurgico con le regole da seguire.

Dopo l'intervento, i pazienti vengono inseriti, a richiesta, in un programma di richiami computerizzato con tempistiche e cadenze variabili da caso a caso, verranno richiamati per ricordare loro di prenotare un appuntamento per una seduta di igiene e controllo.
Di solito una volta all'anno, si effettuano radiografie per valutare lo status delle fixture implantari.
Durante i controlli non è necessario, anzi, è sconsigliato, salvo casi particolari , rimuovere le protesi, e soprattutto i monconi sottostanti (abutment).
Le protesi su impianti non si puliscono come i denti naturali, ma con strumenti in teflon dedicati, manualmente o montati su ablatori o meglio su sonicflex (dispositivo medicale ad ultrasuoni con molteplici applicazioni ed utilità).

Sì, le protesi, come qualunque altro oggetto usato spesso o sempre, si possono rompere: possono andare incontro a piccole fratture che possono essere riparate direttamente in bocca e rilucidate.
Fratture più importanti o su lavori in ceramica, necessitano di riparazioni eseguite in laboratorio o, in casi estremi, anche la sostituzione con una protesi nuova.

Il costo dipende da vari fattori: dalla difficoltà tecnica e dal rischio dell'intervento che viene eseguito, dalla qualità dei macchinari e dei materiali usati, dall'abilità del chirurgo e dalla qualità dei servizi offerti; dipende anche dal numero di assistenti e collaboratori che, se presenti, contribuiscono allo svolgimento sereno di un intervento ed alla veloce soluzione di normali difficoltà operatorie che, altrimenti, potrebbero diventare difficili da superare, facendo così aumentare lo stress degli operatori.
In questo studio sono utilizzati esclusivamente materiali d'eccellenza, con documentazione e bibliografia con follow up di molti anni.
Il successo a lungo termine di una terapia implantare è determinato anche dalla componentistica protesica (abutment o moncone emergente o avvitato su impianti), pertanto in questo studio per la protesizzazione degli impianti è utilizzata esclusivamente componentistica protesica originale e di qualità che garantisce sicura stabilità degli impianti nel tempo.

La nostra percentuale di successo è in linea con quella descritta in letteratura internazionale, quindi molto alta, vicina al 97%.
Non è possibile dare ai pazienti una garanzia biologica di successo nelle terapie implantari.
Il nostro Studio però risponde economicamente dei problemi che dovessero insorgere nei primi mesi dopo l'intervento nonostante in Italia non sia prevista alcuna garanzia di legge, fatto salvo nei casi di gravi inadempienze, imprudenze ed imperizie.
Di solito gli insuccessi si verificano entro le prime settimane dall'intervento o dopo molti anni.
A questo proposito vogliamo precisare, a differenza di altri rispettabili pareri, che non tutti i pazienti possono essere operati, per avere alte percentuali di successo i pazienti sono selezionati, non si possono operare casi impossibili, almeno non con normali, se pur complesse, procedure.

Dolore, modesto sanguinamento, gonfiore ed ecchimosi dei tessuti periorali nelle zone limitrofe alla parte operata sono possibili nei primi 3-4 giorni dall'intervento, anche se non frequentemente.
Tutte queste complicanze sono controllabili con farmaci.
Cerchiamo inoltre di avere la massima delicatezza e cura possibile, utilizzando le migliori tecniche che abbiano il minor impatto possibile per il paziente: ogni intervento viene eseguito nella maniera meno invasiva possibile.
Ciò aiuta a ridurre al minimo il gonfiore ed il dolore, ed a ridurre al minimo il tempo di recupero ed il ritorno alla normale attività lavorativa o relazione sociale.
In casi semplici i nostri pazienti non si accorgono quasi di essere stati operati.
Nei casi più complessi tempi di recupero sono di solito di 4-7 giorni.
Preferibilmente operiamo i pazienti di venerdì, specialmente nei casi più complicati, per consentire loro ti tornare ad attendere perfettamente alle loro funzioni già dal lunedì successivo.

Le mucose orali, il tessuto osseo e le gengive sono in continua trasformazione.
Cambiano durante tutta la vita, sempre.
Le protesi al contrario, essendo oggetti inanimati, mantengono inalterate le loro forme e dimensioni, fatta eccezione per i denti che si consumano.
Pertanto, dopo un certo tempo, non si trova più una perfetta congruità fra le protesi e la bocca dei pazienti.
In questi casi le protesi tendono a dislocarsi provocando fastidio, disagio e dolore.
La soluzione a questo problema può essere una ribasatura delle vecchie protesi che faccia aderire nuovamente le stesse alle mucose, o il loro rifacimento.
Talvolta il riassorbimento delle gengive e dell'osso è tale che le protesi faticano a stare ferme.
In molti di questi casi queste protesi possono essere stabilizzate con due o più impianti o in alternativa trasformate in protesi fisse avvitate o in conometria.
In questo studio, per l'arcata inferiore, la tecnica che preferiamo utilizzare per risolvere questi problemi è quella di inserire 4 impianti intraforaminali (davanti all'emergenza dei nervi mentonieri).
Questi impianti vengono solidalizzati fra loro mediante una saldatrice intraorale e protesizzati con componentistiche che consentono il bloccaggio delle protesi agli stessi impianti che, uniti fra loro, rispondono insieme alle sollecitazioni masticatorie.
A guarigione avvenuta, sarà poi realizzato un restauro definitivo.
Questo tipo di protesi è una via di mezzo fra le cosiddette protesi Toronto (avvitate) e le Overdenture (protesi stabilizzate a denti o impianti mediante attacchi).
Questo innovativo tipo di protesi presenta i seguenti vantaggi:

  • Facile togliere i punti nell'immediato postoperatorio.
  • Chirurgicamente meno invasive (non è necessario fare grosse osteotomie come per le toronto) con postoperatorio meno complicato e doloroso.
  • Un eventuale insuccesso di un impianto non compromette la funzione della protesi.
  • Si ha il beneficio della saldatura intraorale, con impianti che rispondono insieme ai carichi masticatori ed alle sollecitazioni.
  • Manutenzione igienica da parte del paziente più facile.
  • Maggior sostegno labiale (specialmente per il labbro superiore).
  • Tempi di realizzazione più rapidi e costi minori.
  • Assenza di un più o meno esteso cantilever (braccio di leva ) che viene annullato o ridotto da un appoggio anche mucoso.
In alternativa a questa procedura, può esere realizzata, sempre a carico immediato, una protesi direttamente avvitata agli impianti o in conometria.
Nella arcata superiore, generalmente, se in presenza di atrofie del mascellare, si utilizza la zona più anteriore del mascellare ( premaxilla) per posizionare un congruo numero di impianti che possano sotenere una protesi.
In atrofie molto rappresentate si può valutare il posizionamento di impianti pterigoidei per eliminare di colpo le estensioni distali delle protesi, se presenti, effettuando interventi sempre con poca invasività.
Da ultimo e per forza, può essere preso in considerazione il posizionamento di impianti zigomatici.

Ortognatodonzia

Tutti i dentisti sono autorizzati per legge ad eseguire trattamenti ortodontici anche senza aver conseguito la formazione specifica, tuttavia in Italia e in Europa è stata introdotta la "specialità in Ortodonzia" e di conseguenza la figura dell'ortodontista.
La formazione prevede, dopo la laurea in Odontoiatria, un percorso universitario triennale durante il quale vengono approfondite tutte le problematiche legate alle malocclusioni dentali.
Dopo aver superato esami specifici e discusso una Tesi specialistica il dottore acquisisce il titolo di "Specialista in Ortodonzia" potendosi dedicare in modo esclusivo ai trattamenti ortodontici.
L'associazione degli ortodontisti italiani si chiama A.S.I.O. (Associazione degli Specialisti Italiani in Ortodonzia).
I siti www.asio-online.it e www.specialistidelsorriso.it contengono preziose informazioni per i pazienti.

  • perfetto ingranamento dei denti;
  • buona funzione del sistema;
  • salute di tutte le componenti del sistema masticatorio ( denti, gengive,muscoli, articolazioni temporo mandibolari ecc.);
  • estetica del sorriso ottimale;
  • estetica e armonia del volto;
  • stabilità;
  • soddisfazione del paziente.

Normalmente è opportuno effettuare la prima visita tra i 5 e i 7 anni in modo tale da poter diagnosticare e curare le malocclusioni che necessitano di un intervento precoce:morsi incrociati mono-laterali o bilaterali, morso incrociato anteriore (III classe), gravi affollamenti, grande distanza tra gli incisivi superiori e inferiori (II Classe), morsi aperti.
Una visita precoce consente anche di intercettare abitudini viziate come succhiamento del dito o del ciuccio, o malposizioni della lingua con conseguente deglutizione atipica o problematiche a carico delle vie respiratorie come ad esempio respirazione orale, russamento notturno, apnee ostruttive.
In alcuni casi è necessario intervenire immediatamente, attendere il completamento della permuta e dello sviluppo può essere un errore perché il risultato finale non sarà altrettanto valido. Lo Specialista in Ortodonzia è in grado di stabilire quando intervenire precocemente e quando si può aspettare.

  • Morso incrociato mono o bilaterale (spesso associati al "palato stretto");
  • morso incrociato anteriore;
  • denti "in fuori, o sporgenti", aumento della distanza relativa tra denti superiori e inferiori;
  • morso aperto anteriore o laterale;
  • affollamento;
  • spazi tra i denti;
  • mancanza di denti, agenesia;
  • presenza di denti in più, soprannumerari;
  • denti inclusi;
  • dolori a muscoli masticatori e alle articolazioni temporo-mandibolari;
  • asimmetrie.

Il piano di trattamento ortodontico è un procedimento estremamente importante che richiede la raccolta di numerosi records diagnostici; la documentazione standard richiesta, comunque indispensabile anche a fini medico legali consiste in:

  • fotografie del volto e intraorali;
  • modelli in gesso delle arcate dentarie;
  • radiografie obbligatorie (orto- panoramica e teleradiografia del cranio).
In situazioni specifiche ai fini di una corretta diagnosi vengono richiesti altri records quali TAC o Risonanza Magnetica.
Questo materiale oltre ai fini diagnostici è utile per comunicare con il paziente spiegando le problematiche presenti, per illustrare il progresso del trattamento e per verificare i risultati ottenuti al termine del trattamento stesso.
Una volta effettuato il piano trattamento vengono convocati i genitori e illustrato il piano di cura.
In questa sede illustriamo tutte le problematiche che abbiamo evidenziato, come intendiamo risolverle, quali sono gli obiettivi che ci poniamo, quali apparecchiature intendiamo utilizzare, i tempi e i costi. è importante che siano presenti entrambe i genitori in modo che possa essere chiarito qualsiasi dubbio in questa sede.

Utilizziamo sia apparecchi mobili che apparecchi fissi.
I dispositivi rimovibili sono utilizzati solitamente per correggere le discrepanze relative tra le arcate, per modificare la forma delle arcate, o al termine della terapia con apparecchiatura fissa come contenzione, tuttavia non sono in grado di determinare un completo e perfetto allineamento dei denti.
Proprio per questo motivo la terapia con apparecchiature rimovibili effettuata prima dell'adolescenza non esclude l'utilizzo di apparecchiature fisse al completamento della permuta.
I dispositivi fissi sono quegli apparecchi che vengono incollati sui denti e che non possono essere rimossi dal paziente.
Sono disponibili apparecchi in metallo, oppure apparecchi estetici trasparenti in porcellana.
Generalmente dopo un breve periodo di adattamento vengono ben tollerati dai pazienti.

Nei casi in cui l'impatto estetico costituisca un problema per il paziente c'è la possibilità di utilizzare apparecchiature "invisibili" quali apparecchiature linguali (i dispositivi sono incollati sulla superficie interna dei denti) oppure allineatori invisibili, mascherine in resina trasparente che muovono i denti nella posizione desiderata.
Queste mascherine per essere efficaci devono essere portate 24 ore ad esclusione dei pasti, poiché funzionano proprio come un apparecchio fisso.
Il dottor Giuntoli Fabio è certificato sia per il sistema linguale Incognito sia per il sistema Invisalign, inoltre ha realizzato in collaborazione con la ditta Leone S.p.A. il sistema IDEAL, che consiste in un sistema di ortodonzia linguale utilizzato per la correzione di malocclusioni caratterizzate da un affollamento di grado moderato.
Se queste soluzioni sono di suo gradimento la invitiamo a chiedere al dottor Giuntoli Fabio quale sistema sia più indicato per risolvere il suoi problemi.

Generalmente i controlli dei dispositivi ortodontici si effettuano ogni 4-6 settimane fatta eccezione per casi particolari che richiedono controlli più ravvicinati.
Al termine della terapia durante la fase di contenzione i controlli si effettuano ogni 2-3 mesi per un periodo di circa 2 anni.
Sia durante il trattamento ortodontico che dopo questo, è necessario che i pazienti effettuino periodicamente visite dal dentista generico per verificare la presenza di carie e per la pulizia professionale dei denti.

La stabilità dei risultati è uno degli obiettivi principali dell'ortodontista, tuttavia così come ogni organo subisce dei cambiamenti spesso peggiorativi nell'arco della vita allo stesso modo avviene per la bocca.
I denti si muovono col passare degli anni in tutti gli individui, a maggior ragione questo avviene nei pazienti che hanno spostato i denti con trattamenti ortodontici.
La recidiva è purtroppo inevitabile se al termine del trattamento non si fa uso di sistemi di contenzione.
La fase di contenzione è di fondamentale importanza, e talvolta si protrae per tutta la vita.
La recidiva spesso si verifica all'arcata inferiore, per questo stabilizziamo i risultati con l'applicazione di un sottile filo metallico (retainer) incollato sulla superficie interna del settore frontale inferiore.
Questa contenzione è fissa, è invisibile, e non crea problemi ai pazienti anche se necessita di particolare cura per le manovre igieniche.
Il nostro studio offre gratuitamente ogni anno un controllo per verificare l'integrità del retainer.
All'arcata superiore è spesso sufficiente utilizzare apparecchiature di contenzione rimovibili, che vengono portate a tempo pieno per 1 mese dopo la fine della terapia 14 ore i sei mesi successivi e solo la notte successivamente.
Passati 2 anni si suggerisce di utilizzare la contenzione rimovibile 2 volte alla settimana.